Il 25 settembre si voterà per dare un nuovo Parlamento e Governo al nostro Paese. E oggi in un momento così difficile ciascuno deve fare la sua scelta, e serve responsabilità per garantire stabilità e risposte ai bisogni di tutti, a partire da chi si trova in maggiore difficoltà, ma anche scelte di cambiamento radicale in tema di lavoro, salute, ambiente. Io ci sono, non starò a guardare, e dedicherò a questa sfida il massimo impegno, come cittadino e come amministratore della mia città, perché siamo ad un bivio.
Abbiamo bisogno di persone competenti, serie e capaci di costruire soluzioni, non facili slogan da urlare o provocazioni irresponsabili, o alimentare paure. Difatti abbiamo molti che urlano e distruggono, destabilizzano e cercano soluzioni per se stessi ignorando che quando si è in crisi, o ci si salva insieme, o prima o poi rischiamo ciascuno di crollare nel baratro. Dobbiamo invece scegliere la costruzione di una via che permetta di superare le crisi, di avere lavoro, potere d’acquisto dei salari, prospettive per il futuro soprattutto per i giovani, scelte drastiche sull’ambiente.
Vediamo quanto sia grave il problema del cambiamento climatico e sappiamo come il nostro futuro dipenda molto dalle scelte che facciamo ogni giorno su come ci muoviamo, come ci alimentiamo, come usiamo lo spazio pubblico e il territorio, come gestiamo i nostri rifiuti. E qui si tratta di studiare, agire e perseverare, non trovare in altri le colpe e addebitare ad altri l’onere delle soluzioni.
Sappiamo quanto nelle grandi aree urbane dobbiamo investire per avere quartieri vivibili, sicuri, dove ci siano spazi e opportunità di relazione, perché nessuno resti solo. Avevamo un capo del Governo che ci permetteva di avere credibilità e risorse dall’Europa, un governo che aveva scelto di dare risposte concrete ai lavoratori e alle imprese, perché il lavoro è la strada per la giustizia sociale e lo sviluppo. Certo c’era bisogno di correggere alcune cose, di migliorare, e invece qualcuno ha scelto di mettere prima i propri piccoli interessi, forse di poltrone, e ha mandato tutto all’aria, agitando paure e insicurezza, tanto paga la gente semplice, quella che prima di altri subisce le crisi.