Zone rosse sì o no? A parte il nome, che a dire il vero in sé è un poco forte e poco mi appartiene, il provvedimento è utile e opportuno perché aumenta la possibilità di intervento delle Forze di Polizia in diverse zone della città per esercitare maggiore controllo del territorio e portare più sicurezza. Su questo non ho il minimo dubbio. Infatti il provvedimento di allontanamento interviene nei confronti delle persone che mettono in atto comportamenti aggressivi, minacciosi, insistentemente molesti tali da determinare un pericolo concreto per la sicurezza pubblica e abbiano precedenti per reati predatori, in materia di stupefacenti, e contro la persona.
È un provvedimento straordinario del Prefetto per alcune zone che si aggiunge a quelli già esistenti del daspo urbano nelle zone del trasporto pubblico e previste dal Regolamento comunale (scuole, parchi, luoghi di aggregazione e di turismo, commerciali, di cura, …). E nasce dalla volontà della Prefettura e una condivisione in Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica anche del Comune, sulla base di un indirizzo del Ministero dell’Interno, e a fronte dell’esperienza delle attività di sicurezza integrata che ogni settimana a Milano si fanno, insieme, anche grazie ai nuovi arrivi di Forze dell’Ordine. Avere più controllo è necessario e per questo chiediamo che a Milano e nelle città ci sia un numero adeguato di personale di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, e per questo stiamo aumentando l’organico della Polizia Locale con più di 700 assunzioni già realizzate.
Ma sono altrettanto vere altre due cose, che invece non ritrovo nei provvedimenti del Governo. La prima: più risorse per il sociale, l’istruzione, l’educazione, l’abitare, i trasporti, la cultura, l’aggregazione, lo sport. Dobbiamo aumentare i servizi che servono per avere una vita integrata, serena, con casa e lavoro, con la giusta formazione e accompagnamento, lo sport, la cultura. È inammissibile che in Italia gli adolescenti siano lasciati soli per la metà del tempo di ogni giorno: le famiglie che hanno le risorse offrono ai figli attività formative, aggregative, sportive, culturali adeguate; chi non ha i soldi vive in strada e si arrangia. È inammissibile che gli adolescenti siano lasciati soli per 4 mesi all’anno. È inammissibile che centinaia di migliaia di giovani nati in Italia siano senza la cittadinanza, senza diritti, senza futuro: discriminati e rifiutati. La seconda: più risorse per fare in modo che chi è denunciato o arrestato per reati predatori o spaccio, sia lasciato solo senza certezza della pena, senza un percorso reale e concreto per cambiare e non delinquere più, senza operatori della Polizia penitenziaria, senza educatori, senza formazione professionale, senza accesso ad una casa a prezzi accessibili. Il risultato concreto è che 3 persone su 4 denunciate o arrestate tornano subito a delinquere, quasi non smettono neanche.
Lo Stato mette risorse su queste due cose: oggi NO. Anzi taglia i soldi ai Comuni per i servizi sociali, taglia i soldi per i contributi all’affitto, non fa un piano casa, taglia i soldi alle scuole, taglia i soldi per la sanità. La nostra Regione diminuisce i soldi per il trasporto pubblico e per i servizi sociali e sanitari. Il nostro Stato chiede ai territori di fare provvedimenti di maggiore controllo, giusto, ma lascia poi soli i Comuni e le Forze di Polizia ad affrontare il prima e il dopo del controllo. Il rischio è vanificare anche il grande lavoro delle donne e uomini di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Polizia Locale. Il Comune di Milano ha approvato un bilancio dove ha aumentato le spese per i servizi, ha lanciato un piano casa, ha assunto più di 700 agenti di Polizia Locale. Possiamo e dobbiamo fare di più ma ci pare di essere sulla strada giusta. Stato e Regione Lombardia solo parole e tagli.