Dal 2011 sono assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile e Volontariato nella giunta Pisapia. Ho provato a costruire una sicurezza che è bene comune e che sta insieme a quello della coesione sociale, per mettere ciascuno in condizione di vivere libero, rimuovendo gli ostacoli che ne limitano la dignità (come dice all’art. 3 la nostra Costituzione) facendolo sentire parte di una comunità coesa e non un individuo isolato in un mondo di lupi.
Un assessorato che ha questi obiettivi deve mettere in campo azioni quotidiane di prevenzione e contrasto alla delinquenza, al mancato rispetto delle regole e al degrado. E questo si fa lavorando ogni giorno con il Comandante della Polizia Locale e i suoi ufficiali per programmare e migliorare le azioni nei quartieri e nelle strade, cercando di arrestare scippatori e spacciatori (da 25 a 150 arresti all’anno tra il 2010 e il 2014), arrestando chi truffa gli anziani o costringe persone disabili o minori a mendicare (20 persone condannate ciascuna a 10 anni), dando multe a chi non rispetta il codice della strada mettendo a rischio gli altri automobilisti, pedoni e ciclisti (diminuzione di più della metà di incidenti con feriti nelle strade con i nuovi autovelox), sgomberando chi occupa illegalmente aree ed edifici abbandonati e case popolari (nel 2014 sgomberate 280 aree e centinaia di appartamenti), denunciando chi abbandona rifiuti e deturpa la città e chi vende merce abusiva togliendo lavoro e competitività alle imprese e ai lavoratori onesti.
Non basta però lavorare da soli. Bisogna costruire una strategia d’azione con tutte le Forze di polizia e di soccorso che per legge e missione lavorano per la sicurezza dei cittadini: la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco… Per questo almeno ogni giovedì in Prefettura e poi spesso in strada e nei quartieri lavoro con loro per decidere priorità, pensare norme e progetti, condividere azioni. Per questo abbiamo oggi più donne e uomini della Polizia Locale impegnati nelle strade e nel lavoro di contrasto e non in quello d’ufficio e abbiamo aumentato la videosorveglianza passando da 1.200 a 2 mila telecamere in città (investendo 5 milioni di euro in 4 anni) in modo da fare deterrenza e non lasciare impuniti i colpevoli.
Ma è indispensabile il coinvolgimento e il contributo dei cittadini, singoli e raggruppati in associazioni e comitati. Per questo abbiamo provato a sperimentare servizi antidegrado nei quartieri e progetti di laboratori di coesione sociale con comitati e associazioni, con i cittadini, con gli adolescenti, a Gratosoglio, Concordia, Bovisa, Quarto Oggiaro, in via Padova. Per questo gli agenti della Polizia Locale stanno facendo incontri in tutti i centri anziani per spiegare come riconoscere e combattere le truffe distribuendo un vademecum. Se non torniamo a sentire nostre le strade, le piazze, i giardini, i muri delle case, le scuole ci troveremo invasi dal degrado: lasceremo solo ai poliziotti o agli operatori dell’AMSA il compito di prevenire, pulire e contrastare. Un ruolo fondamentale per far vivere Milano è giocato dal volontariato. Per svilupparlo abbiamo realizzato fino ad oggi 6 case delle associazioni e del volontariato che presto saranno 9, una per ogni zona, e stiamo aprendo uno sportello per aiutare le associazioni a cogliere le opportunità, a fare domande per eventi e manifestazioni, a noleggiare gratuitamente alcuni beni come gazebo, impianti voce, tavoli, sedie e arredi.
Dedico molto tempo ad ascoltare. Cerco di incontrarmi il più possibile con i Presidenti dei Consigli di Zona, con i loro delegati alla sicurezza, con i responsabili dei comandi zonali della polizia locale, con i dirigenti dei Commissariati e delle Stazioni dei Carabinieri dei quartieri della città. E con loro analizziamo nel dettaglio i problemi dei singoli quartieri andando sul posto per trovare soluzioni possibili. E metterle in pratica portando lì tutte le professionalità del Comune, i volontari e tutti coloro che collaborano in modi diversi al bene comune della città.
Un modello di sicurezza partecipata nel quale il Comune, le Forze di Polizia, i cittadini e le associazioni di volontariato concorrono per uno stesso obiettivo.
Ma occorrono anche regole e strumenti nuovi. Per questo insieme ai miei colleghi di altre città come Torino, Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Bari, e l’ANCI che rappresenta tutti i Comuni d’Italia, abbiamo provato a elaborare un progetto di legge che presto il Governo porterà in Parlamento che speriamo lo voti in fretta. La legge potrà così definire una sicurezza fatta di queste cose, e che si porta avanti insieme, con veri e propri Patti ufficiali tra Sindaco e Prefetto delle grandi città, scritti e finanziati, e con strumenti per permettere alla Polizia Locale e alle Forze di Polizia di allontanare persone quando degradano la città, di arrestare coloro che fanno accattonaggio invasivo con modalità ripugnanti o vessatorie. E nello stesso tempo aumentare i minimi di pena per i reati della microcriminalità come il furto negli appartamenti, lo scippo e la rapina, permettendo così l’arresto con la carcerazione preventiva. E infine con un maggiore scambio di dati tra Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale: oggi quando Polizia Locale ferma una persona non può conoscerne subito i precedenti e così intervenire direttamente, a differenza di Polizia e Carabinieri. Molto c’è ancora da fare ma siamo sulla strada giusta, con l’aiuto di molti.