Ci sono almeno due novità che ci sembrano rilevanti nella Riforma costituzionale soggetta al referendum di domenica 4 dicembre 2016:
– si supera il bicameralismo paritario con l’effetto che solo la Camera darà e potrà togliere la fiducia al Governo,
– le leggi saranno approvate solo dai Deputati (circa il 92-94%), coinvolgendo il Senato – di 100 componenti in rappresentanza di Regioni e Enti locali – solo su specifiche materie (leggi costituzionali, Enti locali, diritto comunitario, elezione e prerogative dei senatori, rapporti con le Regioni).
Non cambia la parte prima della Costituzione sui Principi fondamentali (art.1-54), e questo a tutela dei diritti sociali e politici dei cittadini e a garanzia di famiglia, associazioni e ambiti di aggregazione. Nessuna modifica è prevista sul Governo e sui poteri del Presidente del Consiglio (a differenza della proposta di Berlusconi bocciata con il referendum del 2006); non muta il ruolo del Presidente della Repubblica, che verrà eletto con una maggioranza rinforzata rispetto all’attuale; nulla cambia per la Corte costituzionale se non che dei cinque membri attualmente eletti dal Parlamento, tre saranno di competenza della Camera e due del Senato. Quindi restano invariati gli organi di garanzia e di controllo.
Vi sono poi novità che valutiamo interessanti e da non sottovalutare:
– Riorganizzazione de rapporto Stato-Regione evitando le ‘competenze concorrenti’ che negli anni passati hanno ampliato il contenzioso di fronte alla Corte Costituzionale ponendo di nuovo la competenza nazionale su temi come energia, livelli essenziali di assistenza, commercio con l’estero;
– L’equilibrio fra donne e uomini nella rappresentanza;
– la Proposta di legge di iniziativa popolare che – se sottoscritta da 150 mila elettori – obbliga la Camera a discuterla (a differenza di quanto capita ora);
– la possibilità di referendum propositivo e di indirizzo;
– il Referendum abrogativo se richiesto come ora da 500 mila proponenti avrà ancora il quorum 50%+1 degli elettori, ma se sarà sottoscritto da almeno 800 mila elettori vedrà il quorum ridotto perché il conteggio sarà sul 50%+1 dei votanti alle ultime elezioni (quindi inferiore a oggi, quando molti referendum non raggiungono il quorum);
– i decreti legge saranno limitati e il Governo, per realizzare il proprio programma, dovrà rivolgersi alla Camera con disegni di legge da esaminare a data certa;
– per le leggi elettorali sarà possibile la verifica preventiva di costituzionalità da parte della Corte costituzionale.
Stando al testo della Riforma costituzionale su cui siamo chiamati a votare, ponderando i diversi aspetti positivi rispetto a qualche limite, la nostra scelta è quella di votare SI, primariamente per i contenuti sopra esposti che permetteranno di avere istituzioni capaci di dare celermente risposte efficaci ai cittadini, ma anche per evitare quelle incertezze che la Brexit, l’elezione di Trump, e la crescente deriva a Destra in Europa stanno rendendo evidenti.
In questo referendum non c’è quorum.
Quindi un SI per il testo e per il contesto.
Paolo Cova, Fabio Pizzul, Marco Granelli, Anna Scavuzzo, Pierluigi Arrara, Andrea Checchi, Luca Ghezzi, Roberta Perego, Alice Arienta, Roberta Osculati, Beatrice Uguccioni, Enrico Marcora. Manuela Aloise, Maurizio Ambrosini, Giuseppe Barba, Alessandra Belletti, Giulio Boati, Giuseppe Bonelli, Franco Brambilla, Mauro Broggi, Alfredo Canavero, Andrea Carobene, Luca Civardi, Alberto Cazzulani, Ambrogio Cogliati, Luca Costamagna, Paolo Danuvola, Alessandra De Bernardis, Antonio De Monte, Edo Lavelli, Paolo Faccini, Andrea Fanzago, Alberto Fedeli, Flavia Ferri, Francesco Falco, Eugenio Garlaschelli, Pino Gargiulo, Giovanni Grioni, Stefano Granata, Jacopo Machnitz, Giorgio Mantoan, Giulio Martini, Marco Mauri, Andrea Motta, Massimiliano Meli, Carmine Pacente, Valerio Pedroni, Paolo Petracca, Gianluca Pirovano, Gianluigi Pizzi, Davide Quaglia, Alberto Ratti, Maura Restelli, Silvestro F. Rivolta, Marisa Sfondrini, Marco Tansini, Marco Tarantola, Marco Tremolada.
Qui il volantino dell’appello a votare SI. Diffondilo a contatti e amici. #BastaunSì