Oggi Enrico Letta ha presentato i punti del programma del PD per le elezioni di settembre: le proposte per rispondere ai problemi concreti delle persone e della situazione difficile che vive l’Italia e il mondo. Bisogna aiutare le persone ad avere un reddito giusto.
Per questo si propone il salario minimo e l’abbattimento del costo del lavoro, per questo si propongono misure decise per l’ambiente, per una transizione ecologica urgente, risparmiando energia e producendola in maniera sostenibile. Altri invece tornano a proporre la flat tax. Cioè a far pagare le tasse in maniera uguale a chi ha tanto è chi ha poco. Con la proposta di Forza Italia significa 30 miliardi in meno, con quella della Lega 50 miliardi in meno. Una genialata: avremo così meno servizi, e chi ha meno pagherà di più e chi ha tanto pagherà di meno. Quindi per i più poveri e soprattutto il ceto medio, la gente comune, operai, impiegati, partite Iva, artigiani, ci saranno meno soldi. Sì, perché pagheranno uguale o di più di tasse e dovranno pagare servizi sanitari, sociali, scolastici, gli autobus, ecc.
Tagliare la tassazione sul lavoro significa invece agire nel punto giusto: sostenere i salari e aiutare le imprese ad assumere. E difatti grazie alle cose iniziate a fare con i governi della sinistra l’occupazione sta salendo, ma nei prossimi mesi, quando le difficoltà del dopo covid e della guerra si faranno sentire, bisognerà avere più aiuti per reggere. Noi abbiamo proposte vere, altri la riproposizione delle favole accattivanti, degli specchietti. Guarda caso la flat tax la usano in Sud America e tra quei governi dell’ex Europa dell’est che sono più attenti alle oligarchie economiche che ai cittadini, noi non vogliamo finire come l’Argentina o l’Ungheria o la Polonia.