Oggi ho partecipato insieme ad altri 700 delegati all’assemblea del PD a Roma. Un’esperienza di democrazia e partecipazione. L’assemblea ha preso atto delle dimissioni di Matteo Renzi e, non essendoci stata nessuna candidatura a segretario, come da Statuto ora parte il percorso per il congresso che dovrà concludersi in 4 mesi, secondo lo Statuto, per eleggere il segretario e l’assemblea del partito. Martedì la direzione, indetta da Matteo Orfini in quanto segretario reggente, nominerà la commissione per il Congresso. Verranno decise le regole base a garanzia di tutti i candidati e poi inizierà il confronto nei circoli tra gli iscritti. Temi centrali saranno le candidature a segretario, quelle per i delegati all’assemblea e i relativi contenuti sul partito e sul paese. Il percorso si concluderà con le primarie che eleggeranno segretario e assemblea. Penso che per la prima parte di maggio ci saranno le primarie tra elettori e iscritti che eleggeranno assemblea e segretario concludendo il congresso.
Renzi ha spiegato le sue dimissioni e la scelta del congresso per aprire un dibattito e scegliere con iscritti ed elettori la linea politica per il Paese e per il PD e i dirigenti del partito segretario e assemblea. La volontà è quella di ripartire dalle radici del PD e dalle esperienze di governo nazionale e nei territori, per rimettere al centro l’ascolto delle persone e degli elettori e fare una proposta di governo che dia risposte concrete.
Il Segretario uscente ha ringraziato il Governo, presente all’assemblea con il premier Paolo Gentiloni e tanti ministri, e incoraggiato ad andare avanti per dare risposte concrete. Tanti gli interventi di big e di delegati che chiedevano soprattutto tre cose: 1) unità e dibattito per un vero confronto; 2) continuare esperienza positiva del PD per riprendere i valori e contenuti fondativi e correggere gli errori nel pluralismo e nella concretezza e voglia di riformismo e risposte chiare alle derive di destra e populismo italiane, europee e mondiali, ma anche etica; 3) congresso vero di discussione e decisione politica.
Molto applauditi e di spessore gli interventi di Walter Veltroni, Piero Fassino, Andrea Orlando, Dario Franceschini, Gianni Cuperlo, Teresa Bellanova, Maurizio Martina, Damiano Giacometti, Patrizia Toia.
Fra le critiche all’attuale segretario Renzi quelle di Guglielmo Epifani secondo il quale sono sbagliati contenuti e metodi, invece ora bisogna fermarsi e ridiscutere tutto: congresso ed elezioni devono avvenire dopo. Secondo Epifani, Renzi non ascolta e se rimanesse la proposta di congresso subito senza queste cose non si sentirebbe tutelato e quindi insieme ad altri avrebbe considerato altre opzioni perché non ascoltati.
Fra gli ultimi ha parlato anche Michele Emiliano che ha detto che si attende un segnale di maggiore attenzione da Renzi nel predisporre il congresso, ma senza specificare quale segnale, aggiungendo che ha fiducia nel segretario e dichiarando disponibilità per utilizzare al meglio il congresso per il vero confronto.
Io penso che ora sia importante fare bene il congresso discutendo di contenuti e i priorità soprattutto per fare un partito che sia sempre più in relazione con i cittadini e colmi le distanze. Mi sono sentito orgoglioso di continuare l’esperienza con il PD ripartendo dalle sue fasi iniziali ma anche da tante cose realizzate, sapendo che quando si fa si sbaglia anche, e che quindi saper correggere è segno di lungimiranza e dedizione ai cittadini e ai beni comuni. Ora sono per fare il congresso e quindi discutere di contenuti e persone, aprire il dibattito dove confrontare le diverse posizioni come in un vero partito democratico. E se qualcuno ritiene che il modello di congresso stabilito in statuto non vada bene, mi chiedo come mai se ne accorga solo ora. Io spero che ci stia e si confronti democraticamente. Avremo presto elezioni e il PD, insieme al campo progressista come immagino e spero, e a chi condividerà una piattaforma di proposte di riforma per il Paese e per l’Europa, cercherà il consenso dei cittadini, in democrazia.
Mi ha fatto piacere che Renzi abbia citato ed elogiato il PD di Milano per la sua capacità di lavoro e di integrazione della struttura dei circoli e con i cittadini, portando ad esempio Nessuno tocchi Milano del 3 maggio 2015. Sono contento e ringrazio i tanti delegati del PD. Ora al lavoro.
Marco Granelli