#Sicurezza partecipata. Il nostro modello di sicurezza: collaborativo, inclusivo, europeo.
Sicurezza è un diritto e dobbiamo sempre fare di più per rispondere ai bisogni dei cittadini e delle imprese milanesi. Su questo tema non si scherza: non è rispettoso dei cittadini agitare la paura e promettere cose irrealizzabili o fare facili slogan: a Milano nel 2015 i reati, rispetto al 2010, sono diminuiti del 18%, i furti del 15%, le rapine del 5%, le violenze sessuali del 18%. A Milano non si vive con la paura: lo dice un’indagine nazionale della Confcommercio: solo il 21% dei commercianti pensa che sia peggiorata la sicurezza, mentre nel resto d’Italia la pensa così il 32%. Anche qui Milano è meglio. Milano ha adottato una moderna visione della sicurezza, che è bene comune. Un modello, il nostro, di sicurezza partecipata, riconosciutoci anche dall'European Forum for Urban Security di cui Milano ha recentemente assunto la vicepresidenza. Un modello basato sul coinvolgimento (della magistratura, delle forze dell'ordine, degli enti deputati al bene comune, delle associazioni), sulla pianificazione e la prevenzione del disagio sociale, sullo sviluppo delle tecnologie di e-security. Inoltre, sull'organizzazione di unità speciali di Polizia Locale indirizzate al contrasto di reati specifici come quelli predatori (il furto, il borseggio, lo scippo nei mezzi di trasporto pubblico, per strada e nei negozi) che ha avuto risultati importanti (209 arresti nel 2015 rispetto ai 25 del 2010) facendo rete con i commercianti e che opera ora anche in alcuni assi commerciali di periferia come Lorenteggio e Giambellino. Poi il nucleo antidroga (79 gli arresti per spaccio nel 2015, nel 2010 il gruppo non esisteva ancora ) e gli altri che affiancano unità meno recenti come l’annonaria, quello di tutela donne e minori, il nucleo tutela trasporto pubblico, la polizia scientifica (che si è rivelata molto efficace nel perseguire le omissioni di soccorso stradale con oltre il 90% di successi), il gruppo antiwriter, ecc.
Inoltre abbiamo via via reintegrato l’organico della Polizia Locale: nel piano approvato nel 2015 abbiamo previsto l’assunzione di 46 agenti e 8 ufficiali e la proroga di 9 mesi per i 36 agenti che erano stati assunti per Expo. Siamo passati da 1.200 a 2.100 telecamere tutte collegate con la Centrale Operativa, il parco auto e moto è passato da poco più di 800 a 1.000 mezzi.
All'azione di contrasto si lega una azione coordinata di promozione della coesione sociale attraverso specifici progetti. Perché promuovere la coesione sociale vuol dire sviluppare legami di comunità, arginare i conflitti e generare una percezione del territorio come bene comune con una ricaduta positiva in termini di sicurezza. I progetti di educativa di strada contrastano così comportamenti negativi (bullismo, bande, vandalismo) e sostengono i ragazzi verso relazioni e stili di vita positivi. Insieme alle risorse del volontariato e di cittadinanza attiva siamo al lavoro in Porta Romana, via Padova, Parco Lambro, al Corvetto, al Gratosoglio, al Quartiere Sant’Ambrogio, in piazza Selinunte e via Forze Armate, a Quarto Oggiaro e alla Bovisa. L’obiettivo è che questa rete di azioni e persone si allarghi in ogni quartiere e si moltiplichi in tutti i quartieri, dando stabilità e continuità di azione al cambiamento. Una linea da consolidare e allargare.
www.marcogranelli.it
www.efus.eu
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In partenza i nuovi bandi per i progetti di coesione sociale nelle nove zone di Milano
Esce in questi giorni su sito del Comune di Milano il nuovo bando relativo a progetti di coesione sociale indirizzati a località ben individuate delle nove zone del decentramento amministrativo della città. In particolare il quartiere Ticinese, Conca del Naviglio, Scaldasole per la zona 1; via Padova nel tratto centrale tra via Giacosa e via Toselli per la zona 2; il quartiere Rizzoli, Cimiano, Crescenzago per la 3; il quartiere Salomone in zona 4; via Ghini, via Caccia Dominioni, via Ripamonti e quartiere Fatima per la 5; la Barona in zona 6; via Quarti per la zona 7; piazzale Prealpi e Villapizzone nella 8 e nella 9 i quartieri Bruzzano, Comasina e Bovisasca.
L’obiettivo è aumentare la coesione sociale intesa come contesto in cui i cittadini promuovono e valorizzano i beni comuni, condividono un sentimento di appartenenza e di inclusione, partecipano attivamente alla vita pubblica, riconoscono e rispettano le differenze, superando le disuguaglianze. In questo modo crescono anche il grado e la percezione di sicurezza tra i cittadini. Le progettualità dovranno sviluppare la condivisione, il coinvolgimento e la collaborazione fra i cittadini. E soprattutto promuovere la percezione e la promozione dei beni comuni e il senso di appartenenza e inclusione al proprio tessuto sociale e territoriale.
I nuovi progetti succederanno agli undici già realizzati in questi anni, anch'essi avviati con un nuovo modello di bando, quello della cooprogettazione. Trasparente e capace di premiare la qualità e la conoscenza del territorio superando le gare al massimo ribasso e i servizi di scarsa qualità calati dall’alto. Milano è ricca di cittadini e associazioni che si occupano del bene comune della città e della qualità della vita del territorio agendo in autonomia, con competenza e progettualità. Occorre mettere insieme le risorse delle persone e delle istituzioni: continueremo su questa strada.
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