Con l’acqua non si scherza: serve una vasca tra Monza e Milano sul Lambro. Il 15 maggio scorso l’acqua del Lambro ha allagato il Parco omonimo a Milano e le Comunità Exodus e CEAS, lì presenti.
L’attuale Piano di Protezione civile del Comune di Milano prevede l’evacuazione delle comunità al crescere dei livelli e al superamento delle soglie, tra gennaio e maggio è accaduto 10 volte. Nell’incontro avuto ieri in Regione con il Presidente Fontana e l’Assessore Comazzi, il Sindaco Giuseppe Sala ed io abbiamo chiesto che venga realizzata una vasca tra Monza e Milano, per trattenere le acque delle piene del Lambro, e prevenire queste esondazioni.
La vasca del Seveso ci ha insegnato che è possibile e funziona. Per noi è l’unica strada, se vogliamo mantenere le due comunità nel Parco a svolgere il loro prezioso servizio. Il Lambro ha già dei bacini dove trattenere l’acqua come il lago di Pusiano e le vasche di Inverigo e Molteno, ma sono tutte molto a nord, a 25 km di distanza dal Parco Lambro di Milano. L’acqua che allaga il parco è soprattutto quella delle piogge che cade nei territori di Carate Brianza, Triuggio, Sovico, Lesmo, Biassono, Peregallo, Monza, Brugherio, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Milano, tutti molto urbanizzati, costruiti, cementificati.
Quando piove l’acqua che cade sui tetti, strade e piazze, cortili finisce in fognatura e va ai depuratori. Ma quando è tanta, come avvenuto ripetutamente quest’anno, (come mai almeno negli ultimi 100 anni), i depuratori non riescono ad accoglierla, e quindi attraverso gli sfioratori di piena finisce nel Lambro, tutta insieme e rapidamente, e lo ingrossa. I livelli salgono rapidamente: con gli ultimi temporali abbiamo visto innalzamenti di un metro in 30 minuti.
Certamente il nuovo idrometro del Lambro che Milano ha messo a Brugherio, il lavoro che il Comune di Milano sta facendo in via Idro, quello che ERSAF di Regione Lombardia dovrebbe iniziare a fare nel 2025 al Parco Lambro, possono aiutare ad aggiornare il Piano di Protezione civile, diminuendo di un poco le frequenze delle evacuazioni.
Ma la soluzione vera, che ci mette tranquilli, è solo una: una vasca sul Lambro tra Monza e Milano. Serve iniziare subito a progettare, cercare le risorse, appaltare. E’ quello che noi faremo nei prossimi mesi, nella sede dell’accordo di Regione Lombardia (ente competente) sul nodo idraulico di Milano. E non ripetiamo i luoghi comuni che il problema sono i Comitati contro. A Milano i ricorsi li abbiamo vinti, e la vasca del Seveso l’abbiamo fatta. Lavoriamo insieme come istituzione, oggi è una priorità avere infrastrutture che ci aiutano a gestire questi fenomeni. E intanto, da subito, lavoriamo per cambiare il nostro modo di vivere rispettando di più l’ambiente.
(video per gentile concessione Vigili del Fuoco).