Giornata della Memoria. Le pietre d’inciampo sono un progetto bellissimo. In tutta Europa ne sono state collocate 700 mila. Un piccolo blocco quadrato di pietra ricoperto di ottone lucente a ricordare il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione in un campo di concentramento, la data della morte. C’è un blocchetto anche qui, all’ingresso del Comando di Polizia locale, il palazzo dove lavoro, la vedo brillare al sole, è una delle 144 presenti a Milano, 24 posate quest’anno. È di Luigi Vacchini, vigile del Comune di Milano, “un ottimo elemento sul lavoro e nella vita privata” così nel rapporto della polizia municipale, morto in campo di concentramento il 1 aprile 1944. Perché Milano non dimentica le vittime dello sterminio nazi fascista. Perché di fronte alle ingiustizie non bisogna mai più girare la testa dall’altra parte. E fare memoria è doveroso ed importante, perché sempre bisogna lavorare perché non capiti più, e perché non si getti la democrazia costruita dal sacrificio di queste persone.
nasce a Lodivecchio (LO) il 19 giugno 1883 da Francesco Vacchini ed Ernesta Veneroni. Sposa Ester Maria Re e hanno due figli: Francesco ed Angela. Assunto dal Comune di Milano nel 1906 come “Vigile urbano allievo”, rimane nel corpo della polizia municipale sino al marzo 1944, quando sarà arrestato. È combattente nella Prima guerra mondiale e mobilitato per 5 anni. In un rapporto della polizia municipale del 15 giugno 1945 si legge: “Vacchini era un ottimo elemento sul lavoro e nella vita privata”.
Di idee socialiste, anche se non iscritto ad alcun partito, sin dall’inizio della lotta di liberazione si occupa di raccogliere denaro da destinare alla Resistenza. Un fascista “sansepolcrista”, vicino di casa, lo denuncia e militi della Brigata Muti lo prelevano il 1° marzo 1944.Il suo destino è rapidissimo: dopo pochi giorni a San Vittore, è deportato al campo di transito di Fossoli e da qui l’8 marzo a Mauthausen dove arriva il 11 marzo. A fine marzo è ad Ebensee, ma, anziano e già ammalato, non supera la prima giornata di lavoro forzato di scavo nelle gallerie. Muore il 1° aprile 1944.