In cinque anni con l’entusiasmo, la passione, la competenza di tanti cittadini, imprenditori, associazioni, abbiamo insieme fatto cambiare verso alla città, facendola tornare capitale morale e città europea. Rimane ancora molto da fare per continuare quanto iniziato affrontando situazioni sempre più complesse. Queste le dieci cose che l’esperienza ci ha fatto capire che sono fondamentali per cambiare Milano e aiutandola ad essere sempre più una capitale europea.
Sburocratizzare e liberare le energie della città
Con il sistema Expo in città abbiamo dimostrato che si possono moltiplicare gli eventi in città, piccoli e grandi, ma ancora troppa è la burocrazia nel sistema delle autorizzazioni: dobbiamo ripensare questo sistema per semplificare e fare in modo che soprattutto le piccole realtà nei quartieri possano più facilmente utilizzare e far vivere gli spazi pubblici. Sburocratizzare, modernizzare e semplificare anche il pagamento delle multe, così che ciascuno possa pagare il dovuto nel modo più facile e l’Amministrazione possa punire i furbi che danneggiano la città due volte: assumendo comportamenti sbagliati e spesso pericolosi per gli altri e facendo impiegare risorse di tutti per contrastare i loro comportamenti da furbetti.
Mai più persone che dormono in strada
Tante sono ancora le persone che d’inverno e d’estate vivono in strada. Abbiamo più che raddoppiato i posti di accoglienza ma è necessario intervenire con decisione con un sistema integrato di Polizia Locale e di unità mobili e di luoghi di accoglienza aperti 24 ore su 24 per evitare i bivacchi, dare a tutti un’opportunità, convincere anche chi è più riluttante ad accettare l’aiuto. Insieme con i servizi antidegrado delle associazioni, che con la presenza in strada, e in collaborazione con la Polizia Locale, dissuadono dai comportamenti di degrado e sporcizia e orientano verso le soluzioni di assistenza.
Sempre più sicuri sulla strada
Il traffico è ancora molto indisciplinato e fonte di incidenti: dobbiamo agire con maggiore decisione per diminuire ancora il numero di camion e di auto che entrano in città, potenziando maggiormente il trasporto pubblico, soprattutto per chi viene da fuori Milano, unificare il sistema tariffario, aumentare l’offerta di parcheggi di interscambio per lasciare le auto lontane dalla città, contrastare con maggiore decisione chi parcheggia togliendo spazio alla circolazione e alla sosta delle auto dei residenti. Dobbiamo fare rispettare di più il codice della strada allo scopo di diminuire gli incidenti: contrastare la velocità, la distrazione di chi guida con il telefonino o la guida in stato di ebbrezza, dobbiamo potenziare i sistemi di videosorveglianza per punire chi non rispetta i semafori.
Più attenzione ai quartieri della città: con lavoro comune, vita e risorse
I quartieri erano stati abbandonati da molto tempo: in questi anni abbiamo sperimentato con l’investimento di numerose risorse la promozione di progetti di coesione nei quartieri, mettendo insieme cittadini, Comune, associazioni. Questo modello deve allargarsi, divenire rete nella città, costituire una piattaforma dove si lavori insieme per ridare dignità alle tante piazze di quartiere che sempre meno devono essere vuote o utilizzate dalla criminalità, e sempre più piene di animazione, laboratori, feste, spazi per i bambini e gli anziani.
Abitare un diritto di tutti, ma in qualità e in sicurezza
La casa è un bene essenziale e per tutti. L’edilizia popolare è al collasso dopo politiche errate fatte dalla Regione Lombardia e una gestione pessima – e alcune volte fraudolenta – dell’ALER. Con la scelta di affidare la gestione delle case comunali a MM, di incominciare a rimettere i custodi, di investire milioni di euro nelle ristrutturazioni, di contrastare con decisione le occupazioni abusive, di realizzare progetti di laboratorio e di coesione nei quartieri coinvolgendo la popolazione, di potenziare la nostra presenza anche nei quartieri ALER, abbiamo invertito la tendenza. Ma il disastro è talmente grande che occorre continuare e andare più a fondo. Dobbiamo rimettere a disposizione migliaia di appartamenti oggi sfitti, aumentare le assegnazioni, aumentare il contrasto alle occupazioni abusive, portare più sicurezza nei cortili e negli stabili. Servono investimenti di risorse economiche e di persone e di progetti: e lavorare insieme con i tanti cittadini onesti che abitano in quelle case.
Contro la microcriminalità nei quartieri, sui trasporti pubblici e negli assi commerciali
Scippi, furti negli appartamenti, furti nei negozi, spaccio di strada, ladri di biciclette, parcheggiatori abusivi, graffitismo vandalico, racket dell’elemosina: questi sono reati “micro” ma che più frequentemente danneggiano i cittadini e l’immagine della città. Abbiamo fatto passi avanti portando gli arresti per scippi e furti effettuati dalla Polizia Locale da 25 a 150 all’anno, assicurando alla giustizia bande di truffatori e di gestori del racket dell’elemosina, condannando molti writer vandalici. Ma serve di più. Con altri Comuni e il Ministero dell’Interno abbiamo scritto un disegno di legge che aumenta le pene minime per questi reati permettendo così maggiore incisività dell’azione della magistratura, e modalità nuove per Comuni e Prefetture per allontanare le persone sospette dalle zone utilizzate abitualmente per microcriminalità o degrado: ora dobbiamo farlo approvare dal Parlamento. Ma soprattutto dobbiamo avere più uomini e donne della Polizia Locale, delle Forze di Polizia e della procura della Repubblica dedicati a questi reati e una diversa organizzazione che specializzi le azioni e concentri le informazioni – raccogliendole anche più facilmente e più velocemente dai cittadini – così da contrastare le bande che realizzano questi reati, anche con l’aiuto della tecnologia. Con l’unità reati predatori, il pool antitruffe, il pool antigraffiti abbiamo iniziato a farlo e i risultati si vedono: ora bisogna potenziare il modello e fare le cose in grande. E la città ci aiuta, come dimostrano gli incontri nei centri anziani dove spieghiamo come difendersi dalle truffe, l’accordo con Confcommercio per il contrasto ai reati predatori, le sempre più circonstanziate e tempestive informazioni che ci arrivano dai cittadini.
Seveso e Lambro: mai più esondazioni
Milano soffre da 50 anni le esondazioni del Seveso e del Lambro. Interi quartieri della città e tanti cittadini, commercianti, imprenditori hanno subito per anni numerosi danni e si sono dovuti arrangiare. Per la prima volta abbiamo fatto alcune cose: migliorato l’intervento della protezione civile, ripetuta la pulizia del tratto tombinato, dato 2 milioni di euro di contributi a chi aveva avuto danni, approvato e avviato il progetto delle vasche per trattenere le acque, avviata la depurazione delle acque e la diminuzione degli sversamenti nei fiumi. I lavori della prima vasca, quella di Senago, stanno per essere appaltati e dovranno cominciare a inizio 2016. Per le vasche di Milano e di Lentate sul Seveso la Regione Lombardia deve rilasciare la Valutazione di Impatto Ambientale così che si possa partire con il bando per l’appalto. Per la vasca di Varedo/Paderno si deve fare il progetto definitivo. Governo, Regione, Comune hanno messo i soldi. Ora ci vogliono quattro-cinque anni per fare bene i lavori e giungere a un vero sistema di governo delle acque per poter dire definitivamente addio ai quartieri allagati. Lavorando bene e vigilando sui lavori.
Sempre meno favelas in città
Milano aveva molte favelas, con accampamenti abusivi da 50 a 150 persone ciascuno. Ora almeno 20 di questi sono stati chiusi, e dai 7 campi autorizzati, ma degradati e pericolosi, stiamo giungendo a 4. In tre anni quasi 1.300 sgomberi e 1.200 persone di famiglie con minori sono state accolte nei centri di emergenza. Dobbiamo continuare l’opera, contrastando i microinsediamenti diffusi e nascosti nelle sacche del reticolo della città, in aree ed edifici abbandonati.
Case delle associazioni: aumentarle e potenziarne i servizi per aiutare il no profit
Oggi in città ci sono sei case dove le associazioni lavorano insieme avendo spazi e servizi gratuiti per la loro attività. Dobbiamo arrivare a 9, una per zona, e poi in futuro numeri più grandi – come ha Parigi – per dare a tutti più opportunità di partecipare alla città. Dobbiamo aumentare i servizi dati gratuitamente alle associazioni, così che possano destinare tutti i loro sforzi e le loro risorse alla città, ai beni comuni e a chi ha più bisogno. Un modo per moltiplicare i cittadini “speciali” che hanno cura della propria città e la rendono più coesa.
Potenziamento dell’attività e miglioramento della Polizia Locale
Expo ha dimostrato al mondo la capacità della nostra Polizia Locale, all’altezza delle grandi città del mondo, e mi sento orgoglioso della professionalità e della dedizione di moltissimi donne e uomini della Polizia Locale. Ma sappiamo anche che dobbiamo aumentare il servizio in strada, l’efficacia delle azioni, la collaborazione con tutte le Forze di Polizia, migliorare la relazione con i cittadini facendo percepire a ciascun cittadino che non è solo quando è in difficoltà. Occorre cambiare l’organizzazione per affrontare i nuovi compiti e i nuovi tempi della vita in città: la sera, di notte, nei giorni festivi. Isolare, contrastare e punire chi utilizza il ruolo del Vigile per truffare o favorire qualcuno, o si comporta in maniera maleducata con i cittadini. Per questo serve una migliore organizzazione, un investimento in formazione, strumenti efficienti di scambio di informazioni con le Forze di Polizia, tecnologia più moderna, maggiori tutele per le donne e gli uomini che ogni giorno rischiano in strada. Sarà una sfida da affrontare insieme: amministrazione comunale, dirigenti e funzionari del Corpo della Polizia Locale, rappresentanti dei lavoratori, Parlamento e Governo.