Le forti piogge del 15 maggio scorso hanno innalzato il fiume Lambro come non accadeva da molti anni, portandolo a livelli simili a quelli accaduti nel 2014.
Il fiume è esondato nel Parco Lambro e attraverso la fognatura e la tombinatura stradale il quartiere Pontelambro. Nel Parco Lambro da molti anni vi sono due strutture sociali e sociosanitarie che si occupano di persone in difficoltà. Queste sono anche due importanti presidi e luoghi di vita positiva del Parco Lambro.
Vi è un piano di Protezione Civile che in situazioni a rischio fa evacuare preventivamente le persone per evitare a loro pericoli. E questo avviene quando il Lambro sale, ed è avvenuto anche in quella notte. Ma purtroppo l’acqua ha creato ingenti danni alle due strutture, quella di Exodus di don Mazzi e quella del CEAS – Centro ambrosiano di solidarietà.
Come Comune di Milano abbiamo iniziato nei mesi scorsi i lavori a nord, nell’area di via Idro, per creare una zona di esondazione controllata che sicuramente aiuterà. Sono anche previsti dei lavori nel Parco Lambro di ERSAF che aiuteranno a proteggere le due strutture.
Ma gli episodi di questi giorni ci dicono che questo non basta e per questo motivo abbiamo chiesto a Regione Lombardia di lavorare insieme per realizzare un intervento sul fiume al confine tra Milano e San Donato e di prevedere una vasca di laminazione tra Monza e Milano. E su questi punti lavoreremo con decisione nei prossimi giorni.
Ma intanto Exodus e CEAS sono alle prese con i danni e i lavori per permettere di riaprire e ripartire a lavorare lì con i loro ospiti, per continuare il prezioso lavoro sociale e sociosanitario. Io mi sono sentito con loro, stiamo lavorando insieme, ma invito tutti a fare qualcosa per loro. È un modo per aiutarli a continuare a svolgere un prezioso servizio per il Parco Lambro, per la nostra città, per le persone che si trovano in difficoltà.