Grazie Mattarella. Da che mondo è mondo la legge del mare è salvare le persone, è una questione di umanità e civiltà. Per prima cosa dobbiamo essere a fianco del nostro Presidente Mattarella che ha portato tutti noi davanti a quelle bare, in silenzio. E quindi ora la prima cosa da fare è fare in modo che le istituzioni italiane ed europee siano in quel mare a salvare la vita di quelle persone. È una questione di umanità e di civiltà. Si investa come Europa per esserci.
Poi dobbiamo capire insieme come gestire il tema delle migrazioni, e soprattutto governare questo fenomeno antico come il mondo e ancora più attuale oggi nel nostro mare mediterraneo dove a poche migliaia di chilometri vi sono due mondi diversi: il nostro di benessere, democrazia, giustizia e pace; il loro di povertà, dittature illiberali ingiustizie soprusi tortura o comunque situazioni di democrazia debole, guerra. E ci domandiamo perché mai alcuni decidono di attraversare il mare? Forse a Piantedosi bisogna spiegare qualcosa.
Fermarli con la paura è impossibile, ma forse possiamo e dobbiamo provare a gestirli e ridurli, con alcune regole, sviluppo, quote regolari, investimento di risorse, scambi culturali, formazione, dialogo, accordi internazionali. Mettiamo nel nostro paese attorno a un tavolo istituzioni centrali e territoriali, imprese, sindacati, associazionismo e terzo settore e proviamo a costruire un patto per gestire l’immigrazione e fare delle quote vere, quanto serve per il nostro mondo del lavoro, fare dei percorsi umanitari e di asilo possibili, e con tanta serietà. E poi controlliamo.
Con l’emergenza covid abbiamo cambiato l’Europa e convinta a costruire un percorso di sviluppo con il PNRR e gli investimenti. Un cambiamento epocale che Draghi e Mattarella hanno saputo fare. Proviamo a farlo anche ora, su questo tema dell’immigrazione e del rapporto con l’Africa e l’Asia. Lo dobbiamo fare per la nostra storia di popolo di migranti, lo dobbiamo fare per il futuro del nostro Paese immerso nel mediterraneo e sempre ponte fra culture, lo dobbiamo fare per il nostro sviluppo economico e sociale, lo dobbiamo fare per il profondo senso di umanità e civiltà che abbiamo.