Grazie ai dati sulla sicurezza forniti ieri dal prefetto Renato Saccone, con il questore Giuseppe Petronzi, il comandante provinciale dei Carabinieri Iacopo Mannucci Benincasa e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Francesco Mazzotta, abbiamo il racconto di Milano per quella che è: una città internazionale con una forte vitalità. Rispetto a dieci anni fa il numero di reati è sceso in modo importante: si è passati dai complessivi 164mila del 2011 ai 117mila del 2021, circa il 30% in meno.
Calano gli omicidi, che erano stati 14 nel 2011 e nel 2021 sono stati 7; i furti: -37%; i furti in abitazione: -48%; nelle auto: -65%; le rapine: -15,7%; i danneggiamenti: – 39%.
Però in questo contesto emergono, dei campanelli d’allarme, cioè alcuni elementi su cui concentrare la nostra attenzione perché dimostrano dove dobbiamo lavorare con impegno quotidiano.
Fra gli elementi da considerare la contingenza che vede Milano e tutte le città italiane e tante straniere unite dallo stesso problema: la crisi e la pandemia acuiscono fenomeni di violenza di strada che in alcuni casi è degenerata in forme molto gravi – come a Capodanno – . I dispositivi interforze messi in campo sulla sicurezza, che concretizzano in un maggiore controllo del territorio, si concentrano su questi aspetti. Ma la risposta delle forze dell’ordine non basta perché il fenomeno dell’aggressività dei giovani deve avere risposte sociali e non solo di controllo e repressione: su questo tema lavoriamo insieme con tutta la giunta.
Negli ultimi 10 anni sono salite del 4,4% le violenze sessuali. È vero, è possibile che la maggiore sensibilità e consapevolezza facciano crescere le denunce ma è necessario porre attenzione a un reato terribile, tanto più perché spesso perpetrato nella cerchia delle proprie relazioni. Anche qui bisogna lavorare molto sulla prevenzione ma anche a un approccio culturale più maturo.
Poi ci sono gli scippi, le rapine e i furti con destrezza e di strada, un dato purtroppo in leggero aumento. Si tratta di un reato difficile da contrastare perché frammentario, disperso e talvolta difficilmente punibile. Ma alziamo la guardia e cerchiamo presto soluzioni, fra queste prima di tutto più agenti in strada che costituiscono un deterrente e già in città ci sono 139 nuove unità fra polizia, carabinieri e guardia di finanza, presto si aggiungeranno altri uomini e anche 500 vigili per i quali cono già state avviate le procedure di selezione. Camminare nelle nostre vie o usare il trasporto pubblico non deve essere fonte di preoccupazione.
Infine i crimini informatici: non li vediamo ma crescono, con la diffusione dei sistemi di pagamento elettronici, delle identità digitali, delle app. Dai 3.809 casi del 2011, che per l’informatica è un’era di tempo fa, si è arrivati a 11.784 dello scorso anno. Su questi lavora la Polizia postale, ma anche la Polizia locale con alcuni uomini specializzati a loro va il mio incoraggiamento perché non ci lascino soli anche in un mondo virtuale.
Quello della criminalità in calo è un segnale positivo ma continueremo a lavorare e incrementare il presidio del territorio per dare sempre più sicurezza ai cittadini anche in tempi complessi come quelli che stiamo vivendo. Ad aiutarci sono anche questi dati: la statistica serve a comprendere dove e come concentrare l’attenzione, dove mettere le telecamere, come e quando distribuire le persone a controllo del territorio, con quali dotazioni. Ma non è una questione di numeri: la sicurezza è un diritto per i cittadini e per noi amministratori un dovere.