“Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano”. Queste parole, pronunciate da madre Teresa di Calcutta, nella loro chiarezza rievocano lo spirito e la gioia che l’aiutare il prossimo possono donare a un’intera esistenza.
Parole più attuali che mai in occasione della giornata mondiale del volontariato, che ricorre oggi 5 dicembre.
Un tema, quello del volontariato, che fa parte della mia esperienza personale, alle origini della scelta politica e professionale. In tanti anni ho avuto modo di conoscere migliaia di volontari e tante associazioni e altre forme dove il volontariato infonde la propria energia civile. Nel mio quartiere negli anni dell’adolescenza e giovinezza, con il servizio con i ragazzi del doposcuola e le persone con disabilità, poi nella Milano con Caritas Ambrosiana, la cooperativa Farsi Prossimo e il CIESSEVI. Ed infine con la straordinaria esperienza della rete dei Centri di Servizio per il Volontariato, in tutte le provincie italiane, attraverso CSVnet dove ho potuto conoscere tantissime storie in tutta Italia, ciascuna diversa, ma tutte accomunate da un’unica grande energia: quella che nasce dal voler essere fiducia, speranza, vicinanza fraterna di altri, quella di riconoscere i beni comuni, quei beni che non si comprano, né si vendono, ma senza di essi la nostra vita non esisterebbe o sarebbe fredda. Pensiamo all’ambiente, alla dignità di ciascuna persona, ai beni culturali e artistici, all’educazione, alla salute, alla base della donazione di sangue e organi o del soccorso sanitario, la prevenzione e il sostegno nelle situazioni di emergenza che caratterizza la Protezione civile, ma anche la tutela dei diritti, perché, come diceva mons. Nervo, non bisogna dare come beneficenza quello che è un diritto.
Ma oggi voglio dire un grazie particolare ai volontari. Un grazie perché oggi, dopo quasi due anni di pandemia, tutti abbiamo capito quanto è importante non essere e non sentirsi soli. Ciascuna donna e ciascun uomo sanno quanto è importante la relazione fraterna, quanto sia fondamentale per avere fiducia in se stessi e nel domani. I momenti di chiusura più rigida e fredda di questi due anni hanno messo ancora più in risalto l’azione di quei volontari che hanno saputo farci sentire ancora parte di una comunità, sentire non abbandonati, con gesti semplici come quelli della consegna della spesa, di un farmaco, di una mascherina, una parola, un saluto, un canto o una musica da un balcone all’altro, o tragicamente il saluto, l’ultimo alle persone che ci hanno lasciato, lontane dai loro cari, ma sempre con vicino un volontario, o un professionista capace di trasmettere l’amore e non solo la tecnica.
Le nostre città, le nostre comunità, i nostri Paesi, se visti da soli, dal profondo delle difficoltà, rischiano di inaridirsi, di diventare luoghi insicuri e che ci spaventano per le tragedie e le difficoltà, i dubbi sul futuro. Per questo il volontario è colui che testimonia che nessuno è solo, che ci sono beni comuni, che costruiscono le relazioni forti delle comunità, che abbattono i muri, che superano le tragedie, che costruiscono il domani. Grazie quindi ai volontari, a quelli che con gesti fraterni, piccoli, senza parole, trasmettono la percezione, la certezza della fiducia nel domani, la forza dei legami.
Perché il volontariato non rappresenta solo un dono per chi riceve e per chi dà, ma rappresenta anche un servizio alla propria comunità e in generale ai più bisognosi. Il volontariato, in un certo senso, completa quel bisogno dell’essere umano di aiutare il prossimo. Ma non si limita a una mera autogratificazione personale. Anzi, spesso restituisce molto di più, traducendosi in solidarietà, con ricadute che vanno ben al di là della sfera personale.
Oggi sono tantissime le associazioni e i cittadini che si impegnano in prima persona per fare del bene. Il mondo in cui viviamo però è complesso e le guerre e gli sconvolgimenti climatici che si prospettano rischiano di generare nuovi conflitti, ondate migratorie, scarsità di risorse laddove oggi non si percepiscono problemi.
Tutto ciò avrà un impatto sul nostro futuro, su quello dei nostri figli e sul nostro pianeta.
E poi ci sono le guerre di oggi: da oltre dieci anni si combatte in Siria; in Afghanistan i talebani hanno ripreso il controllo del territorio con gravi conseguenze sulla popolazione; anche nell’Italia di oggi esistono tante situazioni di povertà e difficoltà sociale.
Un altro tema che mi sta a cuore è quello della disabilità: bisogna lavorare sull’inclusione e su una reale parità di diritti e soprattutto di possibilità. Sono conscio che anche a Milano ci siano molte barriere e problematiche da migliorare, per questo aumenterò e aumenteremo l’impegno per fare della nostra città un luogo più accessibile.
Pensiamo anche a quello che è stato fatto: abbiamo vinto il premio “Earthshot Prize” per gli hub alimentari anti-spreco nei quartieri, i colloqui con il territorio e le associazioni sono costanti.
E una notizia confortante arriva dai cittadini: nella città di metropolitana di Milano uno su dieci fa volontariato. Li ringrazio personalmente. E in questa giornata del 2021 voglio ricordare due donne, due pilastri del volontariato, che ora ci accompagnano dal cielo: Grazia Maria Dente del MoVI e Piera Rovelli del VSP Bruzzano; loro ci hanno insegnato tanto, con i gesti, le parole, l’impegno.
Possiamo e vogliamo fare di più e giornate come quella di oggi ci ricordano che politica e sociale sono intrinsecamente collegati fra loro: perché la politica, l’amministrare, potrà essere vera solo se impara dai volontari cosa significa stare con le persone, dalla loro parte.
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