Milano ieri ha vissuto una giornata molto difficile: 120-130 mm localizzati di pioggia, in un solo giorno, non era mai capitato negli ultimi 170 anni, e il record era 98 accaduto nel 1990. E non solo a Milano ma anche nei bacini dei fiumi che passano per Milano. Ma Milano ieri ha anche imparato due cose.
La prima: per la prima volta i quartieri di Milano attorno al Seveso non hanno avuto allegamenti e danni, la vasca del Seveso, quella di Milano, ha trattenuto 250.000 mc di acqua evitando che invadesse le strade e le cantine di Niguarda, Pratocentenaro, Istria, Testi, Zara, Maggiolina, Isola. Sarebbe stata un’esondazione di 10 ore, come quella del 2014, con tutta quell’acqua in città. La vasca e la grande gestione fatta dai tecnici di MM ha protetto la città.
La seconda: anche il Lambro è diventato un fiume che si gonfia ed esonda, e la sua piena ha fatto rigurgitare i tombini di un intero quartiere, Pontelambro, allagandolo.
Quando questi fiumi attraversano zone così urbanizzate dobbiamo fare in modo di diminuire l’acqua che immettiamo tutta insieme in poco tempo in essi e dobbiamo fare altre vasche che trattengano l’acqua. In questi anni Regione Lombardia, Comune di Milano, AIPO, Città metropolitana, MM e altri hanno costituito un accordo che gestisce il “nodo idraulico di Milano”: ora questo accordo faccia un salto in avanti, completi i progetti approvati e finanziati nel più breve tempo possibile, “bisogna correre, come la vasca di Milano ha dimostrato che si può fare”, e faccia proposte e le metta in cantiere per gestire il Lambro.
Quello che è successo ieri a Milano dice che è possibile, dobbiamo avere il coraggio di imparare, decidere, non mollare l’obiettivo. Un enorme grazie a chi ancora ieri ha lavorato intensamente agli impianti e in strada tra la gente, senza sosta, con professionalità e passione; e grazie ai cittadini che con pazienza hanno atteso anni e massima vicinanza e impegno per coloro che hanno avuto disagi e danni dal maltempo.