Marco Granelli

Rinforzati i presidi anti-movida, ma pronti a fare di più sul territorio

Sono evidenti i segnali che l’aggressività e il bisogno di socialità e di gestione di emozioni e relazioni fra i giovani sono una delle emergenze generate da questi due anni di pandemia: serve intervenire decisi, in maniera adeguata, sui sintomi e sulle ragioni. Con le forze dell’ordine in accordo con Prefettura e Questura sono stati rinforzati alcuni presidi del territorio, soprattutto nelle zone del divertimento e dell’aggregazione ma dobbiamo fare di più sul territorio di giorno e di notte.

Chiederò che vengano estesi ad altre zone della città (come Navigli, via Lecco, corso Como, ecc) gli interventi interforze sperimentati con successo in zona Duomo. Ma quello delle aggressioni giovanili è un problema che va affrontato su più livelli: ricostruire una relazione tra i giovani e la città, tra giovani e il mondo adulto. Serve aiutare i giovani a gestire le relazioni, l’aggressività, le sfide del passaggio al mondo adulto.

Servono luoghi e esperienze come la musica, lo sport di base e diffuso, le forme di trasgressione non pericolose, l’accesso al lavoro. E non devono essere progetti pilota, occasionali, o bei percorsi che solo alcuni riescono a scegliere e percorrere, quelli con più chances. Serve che siano accessibili a tutti servizi e opportunità.

I miei colleghi della Regione si chiamano fuori e invece avrebbero un ruolo centrale nella gestione dei problemi e della programmazione e finanziamento dei servizi sociali e sociosanitari e psicologici delle giovani generazioni, tra cui quelli generati dal Covid, dalle diseguaglianze, dall’assenza di un sistema di servizi adeguati, strutturati e capillari per i giovani e adolescenti, perché loro, le famiglie, la scuola, non vengano lasciati soli. Ora e subito un piano straordinario, come si fece con la Legge Turco e dei governi del centrosinistra, con fondi stabili per tutti, e canali privilegiati per le grandi aree urbane.

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