Marco Granelli

Seveso mai più emergenza

Mercoledì 28 giugno 2017 è stato un giorno particolare per il Seveso: intorno alle ore 18.30 il Seveso è esondato a Niguarda, per l’ennesima volta: con un’esondazione piccola, durata meno di un’ora, gestita con successo, in anticipo, dai soggetti previsti dal Piano di Protezione civile del Comune di Milano. Nello stesso giorno però si è compiuto un passo decisivo per la soluzione delle esondazioni: presso la Regione Lombardia, la Conferenza dei Servizi con tutti gli enti ha approvato il progetto definitivo della vasca che si realizzerà a Milano, nel parco Nord. Ora sarà elaborato da MM il progetto esecutivo, poi verrà effettuata la gara per affidare i lavori che potranno iniziare a metà 2018 e terminare a fine 2019 o inizio 2020. Un passo decisivo per un progetto complessivo di messa in salvaguardia di Seveso e Lambro che a Milano da anni provocano esondazioni, danni, disagi. Sono quasi 191 i milioni di euro messi in campo, 112 dal Governo, 34,5 dalla Regione Lombardia, 32,7 dal Comune di Milano, 8 dall’Ato della Città metropolitana di Milano (il gestore del servizio idrico e della rete fognaria), 3 da Sea. Di questi milioni, 72 sono già stati spesi o impegnati. Un totale di 17 azioni, delle quali 6 concluse, 6 in realizzazione con progetti definitivi e finanziamenti approvati, 5 in fase di progettazione ma già finanziati.

Un sistema complessivo:
1) di potenziamento e miglioramento della Protezione civile,
2) di realizzazione di canali scolmatori e aree di laminazione per deviare o trattenere le acque durante le piene,
3) di pulizia e consolidamento dei tratti coperti del Seveso,
4) di deviazione in altri luoghi e/o pulizia delle acque provenienti dai sistemi di fognatura.

Un progetto in cui tutti gli interventi si faranno, perché finanziati e con un percorso di progettazione e realizzazione in corso per tutti. Il potenziamento del canale scolmatore, la pulizia e consolidamento del tratto coperto del Seveso si sono conclusi. I lavori della vasca di Senago sono in corso e si concluderanno per metà 2018. Le vasche di Milano e Lentate sul Seveso hanno visto l’approvazione dei progetti definitivi e procederanno contemporaneamente con l’esecutivo, la gara e la realizzazione, con l’attivazione prevista insieme per l’inizio del 2020. Per i progetti delle aree golenali della parte nord del Seveso è in corso la valutazione dell’impatto ambientale. Le due vasche di Paderno e Varedo sono state unificate e il progetto definitivo di bonifica e di realizzazione della nuova grande vasca collocata nell’area della ex Snia, è in fase di conclusione per poi essere avviato alla valutazione di impatto ambientale.

La vasca di Milano è collocata nel Parco Nord, un bene prezioso per tutti. Per questo il progetto prevede 6 milioni di euro di opere di compensazione ambientale, con l’acquisizione a parco di un’area grande come il fondo della vasca, area oggi dismessa, che verrà alberata e resa permeabile. Il progetto prevede che normalmente (circa 340 giorni all’anno) la vasca sia un lago alimentato con acqua pulita di falda; le operazioni di gestione della vasca dal momento dello svuotamento in occasione dell’allerta, riempimento con acqua del Seveso, svuotamento, pulizia e ritorno dell’acqua pulita, avranno un tempo di 3 giorni e mezzo per un’esondazione media e al massimo di 6 giorni per esondazioni molto gravi. Qualcuno dice che la vasca non serve. E’ invece necessaria per intercettare l’acqua del Seveso che cade nel tratto tra Paderno (appena a sud del canale scolmatore) e Milano: acqua che in caso di forti temporali localizzati in questo territorio potrebbero portare a esondazione anche se da nord non arrivasse la piena. E’ già successo diverse volte, l’ultima a maggio 2017. Il progetto ha anche verificato il comportamento del sistema delle vasche con le piene accadute in questi anni: se si verificassero gli stessi eventi accaduti tra il 2010 e il 2014 (con le esondazioni più forti degli ultimi 20 anni) con tutte le vasche e lo scolmatore attivi il Seveso non sarebbe mai esondato, e la vasca di Milano sarebbe stata utilizzata 34 volte in 5 anni, con una media di 7 volte all’anno, e mai per la sua capienza totale, giungendo al massimo al 72% della sua capienza massima. Ma già con attive solo la vasca di Senago e quella di Milano, oltre allo scolmatore, il Seveso sarebbe comunque esondato solo per 6 volte su 34 (il 17% di quanto realmente accaduto). Solo una volta all’anno di media e chiaramente con molta meno intensità e durata. Questo non accadrà perché insieme a quella di Milano sarà pronta anche la vasca di Lentate, e poi entro altri due o tre anni tutto il progetto sarà realizzato e operativo.

Certo tutto questo non basta: dobbiamo fare almeno altre due cose mentre si realizza questo piano. Dobbiamo chiedere a tutti gli enti di lavorare molto di più per pulire le acque del Seveso, che stanno migliorando, ma devono farlo più in fretta, per arrivare a migliori condizioni per quando funzioneranno le vasche. Dobbiamo chiedere a tutti di applicare il principio dell’invarianza idraulica, cioè separare le acque di pioggia dalla fognatura, facendo in modo che la pioggia non arrivi nei depuratori e nei fiumi, ma si disperda nel terreno. La Giunta della Regione Lombardia ha approvato venerdì 30 giugno 2017, dopo tante pressioni, la proposta di linee guida che ora dovrà passare in commissione consigliare della stessa Regione e poi diventare norma. Poi toccherà a Regione finanziare i progetti per fare invarianza idraulica e ai Comuni mettere queste regole nel Regolamento edilizio e realizzare e cofinanziare, anche con i privati, progetti di invarianza idraulica, per togliere sempre più acqua dai fiumi durante le piene. Cap, il gestore delle fognature della Città metropolitana ha già incominciando a farlo, togliendo dal Seveso l’acqua che proveniva dal depuratore di Varedo, che oggi va direttamente nello scolmatore.