Milano non ha mai presentato grandi rischi di protezione civile come terremoti, alluvioni, o frane. I rischi significativi sono connessi al trasporto pubblico e in particolare treni, metropolitane e aerei, oltre a sempre meno presenti insediamenti industriali con caratteristiche di pericolosità. Ma storicamente patisce due problemi di emergenza: la neve (scheda) e l’esondazione di Seveso e Lambro, che da 50 anni interessa porzioni importanti della città. Riguardo a quest’ultimo, dopo l’esondazione del Seveso dell’agosto 2011 si è provato a cambiare decisamente registro, sperimentando sistemi, organizzazione e interventi nuovi. Ne è nato così un nuovo piano di intervento. Innanzitutto con il governo del processo: si è realizzato un coordinamento interno con la costituzione di una unità di crisi locale che verifica, monitora e decide le azioni secondo un piano predisposto e le corregge in itinere, sempre con tecnici e decisori (ossia sindaco o assessori delegati) insieme. Secondo: si è passati dall’attivazione a seguito dell’aumentare dei livelli misurati a Milano a un sistema che osserva in tempo reale il livello del fiume anche a nord della città e li confronta con il monitoraggio dei radar meteo per prevenire le criticità, anticipare sia l’apertura dello scolmatore che devia parte dell’acqua all’altezza di Palazzolo, sia la dislocazione delle squadre. Terzo: informare i cittadini con il maggior preavviso possibile utilizzando oltre ai media anche i social network e dislocando con grande anticipo i mezzi della Polizia Locale e della Protezione civile nei quartieri interessati. Quarto: fare prevenzione. Sia per aumentare la capacità di deflusso delle acque nel tratto tombinato con un’adeguata pulizia (che abbiamo effettuato nella primavera del 2015 ampliando la capacità del tratto del 15% circa), sia – grazie all’apertura preventiva dei chiusini della fognatura – per assorbire il più possibile l’acqua esondata, così che non salga sui marciapiedi e depositi meno fango. Quinto: coordinare e migliorare il sistema di pulizia della città dopo l’esondazione, attuato da Amsa. Sesto: dare ai cittadini per la prima volta un contributo di solidarietà: 2 milioni di euro destinati ai rimborsi. Ma la cosa più importante è che insieme, Comune, Governo e Regione, abbiamo per la prima volta dopo 40 anni approvato un piano per iniziare le opere di depurazione di questo fiume, tra i più inquinati d’Europa, e per diminuire le quantità d’acqua che viene scaricata nel Seveso attraverso una revisione delle reti idriche e di fognatura della Brianza, per trattenere almeno 4 milioni di metri cubi d’acqua. E’ infatti questa la quantità che secondo i calcoli di Aipo (agenzia interregionale competente in materia) occorre trattenere per scongiurare future esondazioni. Un piano finanziato con circa 88 milioni di euro dal Governo Renzi, dal Comune di Milano con 20 milioni e dalla Regione con 10. Un piano oggi in fase di realizzazione: una vasca in fase di appalto, due in fase di esame impatto ambientale del progetto già redatto, una (che ne mette insieme due) in fase di prima progettazione. A questo si aggiunge l’attenzione al Lambro con l’attivazione di pulizie periodiche del tratto milanese del fiume e un progetto – già inserito nella lista delle opere finanziate dal Governo – di sistemazione del fiume nell’area compresa tra il parco Forlanini, la cascina Monluè, via Camaldoli e il quartiere Vittorini.
Anche per quanto riguarda la neve si è rivisto completamente il Piano di emergenza. In caso di allerta o condizioni meteo a rischio si convoca l’unità di crisi – dove sono presenti decisori e tecnici – che dal Centro operativo comunale di via Drago coordina e monitora tutte le azioni, utilizzando le telecamere e continui sopralluoghi. Il coordinamento attiva i mezzi meccanici per la salatura e la spalatura delle strade e concentra l’azione degli spalatori nei luoghi più sensibili e di maggior passaggio della città: le sedi tramviarie e viarie dei mezzi pubblici, le fermate Atm, le scalinate di ingresso alle stazioni della metropolitana, le scuole, gli ospedali. Centro e periferia insieme – secondo un piano in continua rimodulazione – vengono pulite e monitorate. Ma il nostro impegno non è solo per Milano: Protezione civile e Polizia Locale sono intervenute anche nelle grandi emergenze di altre aree del Paese, come durante il terremoto in Emilia nel 2012 e l’alluvione di Genova nel 2011 e 2014.
Nel 2014, in vista di Expo Milano 2015, il Comune di Milano ha deciso di mettere la propria sede di via Drago a disposizione di Expo e della Prefettura, delle Forze di Polizia, dell’Esercito, dei Vigili del Fuoco, del 118 e della propria Polizia Locale e Protezione civile. E’ stata così completamente riammodernata, ampliata e potenziata tecnologicamente diventando il centro di coordinamento e controllo del sito di Expo Milano 2015 e contemporaneamente sede del COM – Centro Operativo Misto – per il monitoraggio continuo di Expo e della città, assicurando la direzione unitaria di interventi di protezione o difesa civile. Attiva 24 ore su 24, con 88 postazioni di lavoro tecnologicamente avanzate, sotto il coordinamento della Prefettura la struttura è divenuta un vero City Command Centre sede di una unità di crisi e di una task force che ha coordinato le Polizie Locali di Milano, Rho, Pero e Baranzate per la vigilanza e il controllo nelle aree del sito espositivo, nelle vie di Milano e nei punti nevralgici della viabilità. Conclusosi Expo, il Centro continua nella sua missione di gestione delle emergenze e garanzia della sicurezza cittadina.
L’esperienza di collaborazione con le altre forze dell’ordine è stata la chiave del successo di avvenimenti internazionali che hanno visto Milano protagonista, come la visita di Papa Benedetto XVI per l’Incontro mondiale delle famiglie nel 2012 e il vertice Euroasiatico (Asem) nell’ottobre 2014. O ancora in situazioni più ricorrenti di rischio determinate da manifestazioni di massa ed eventi sportivi. Oggi le immagini provenienti dal sistema di videosorveglianza del Comune, ampliato a 2 mila telecamere, vengono messe a disposizione delle centrali operative di Prefettura, Questura, Comando Provinciale dei Carabinieri, comandi della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale e dei Vigili del Fuoco. La cosiddetta digital security sta diventando sempre più importante per definire i livelli di sicurezza delle grandi città: in questo modo Milano si avvia a consolidare la posizione di decima città più sicura in Europa secondo il Safe City Index stilato dal settimanale Economist.
Milano sta crescendo e ha scelto di organizzare o promuovere eventi significativi nelle sue piazze più importanti. Piazza Duomo è tornata a essere la sede di concerti di grande interesse e partecipazione. Eventi internazionali, come le settimane della moda e del design, si sono moltiplicati e diffusi in diverse zone della città, animandola di giorno e di notte. Anche la Darsena, restituita in grande splendore, è un nuovo luogo di eventi e di aggregazione cittadina. Nell’ultima notte dell’anno si è scelto di tornare a offrire uno spettacolo in piazza Duomo dopo che le amministrazioni precedenti l’avevano abbandonata, lasciandola preda di botti e risse di ubriachi con bollettini da centinaia feriti in una sola notte. Con un impegno considerevole, dalla sperimentazione del 31 dicembre 2013 si è consolidato un sistema organizzativo coordinato fra Comune, Forze di Polizia, Protezione civile, 118, Vigili del Fuoco, associazioni e volontari coordinati dal Comune, che ha saputo trasformare la piazza in una grande festa per il nuovo anno, riducendo quasi a zero la conta dei feriti. Oggi Comune e Prefettura hanno un sistema efficace, coordinato e sperimentato, per gestire questi grandi eventi, in sicurezza e in qualità, per una città viva, aperta e sicura.