Quanto accaduto l’altra sera in via Bartolini è una tragedia. Ora è il momento della vicinanza alla famiglia di Mohanad e alla loro comunità e come Comune siamo in contatto con loro, proprio per questo. Chi indaga farà piena luce sulle cause e responsabilità, ho molta fiducia in chi indaga e so che sono capaci. Ma anche l’investimento della donna sul marciapiede, purchè abbia avuto conseguenze minori, è grave.
Quanto accaduto però ripropone alcuni temi alla politica e all’amministrazione della città, e di questo vorrei parlare. Cosa possiamo e dobbiamo fare per evitare che episodi come questo accadano? Tutti noi istituzioni, cittadini, imprese, associazioni.
Dobbiamo lavorare per una maggiore sicurezza stradale, per un uso più responsabile e adeguato dello spazio pubblico che sono strade, piazze, marciapiedi dei nostri quartieri, i luoghi dell’abitare collettivo. Ma dobbiamo anche ripensarli e cambiarli. Sempre di più ci stiamo abituando a vivere questi spazi nei quartieri, di giorno e di notte, in qualsiasi modo a piedi, in bici, in monopattino, in scooter, in moto, in auto, in camion e mezzi trasporto merci, e per tante ragioni, non solo per spostarci ma per lavorare e per incontrarsi, per stare insieme. E allora dobbiamo tutti essere più attenti, perché vivere questi spazi bene, significa evitare incidenti, e per questo è bene andare tutti più piano, essere attenti e non distrarsi, rispettare le regole. E queste attenzioni devono averle tutti, soprattutto chi usa mezzi più veloci e potenti, ma anche chi è a piedi. Per questo sto pensando ad una grande, ripetuta e “martellante” campagna sulla sicurezza stradale e occasioni di formazione e richiamo ai giovani che iniziano ad usare scooter e che fanno la patente, ma anche agli adulti, per insegnare loro a stare attenti. E poi definire con le società dei rider e con le associazioni ciclistiche un piano di sicurezza stradale concreto per i lavoratori che fanno consegne in bici e per tutti coloro che utilizzano bici e monopattino per non usare il marciapiede. A settembre su questo iniziamo.
Dobbiamo cambiare le nostre strade. La soluzione tecnica in strada non è stare ognuno confinato in una parte, ben separati da barriere, tranne dove vi è pericolo evidente, ma essere tutti attenti e andare più piano, e avere spazi visibili, ampi e luminosi, per poter evitare il più possibile collisioni. E anche riequilibrare spazi e regole al fatto che oggi nei quartieri ci si muove di più con il trasporto pubblico, a piedi, in monopattino o in bicicletta, in scooter, e quindi rispetto a 50 anni fa servono marciapiedi più larghi per i pedoni, ciclabili, parcheggi per le bici. Ma anche fare in modo che lo spazio di strade e piazze non sia strapieno di auto in sosta che impediscono movimento e visibilità, spostando la sosta in struttura, e diminuendo il numero di auto. E poi fare in modo che nei quartieri, in questi spazi condivisi non ci siano quelli che devono andare da una città all’altra o attraversare la città: questi è bene che usino mezzi e strade veloci e separate dai quartieri. Per questo in questi anni abbiamo aumentato le zone 30, le piste ciclabili, parcheggi per bici, monopattini e scooter, abbiamo cercato di cambiare la forma di strade e piazze dei quartieri inserendo castellane, attraversamenti, isole pedonali, aiuole, ecc. Sarebbe bello fare queste cose in tutti i quartieri, ci vogliono tempo e soldi. Serve molto di più, e insieme alle altre città italiane e del mondo stiamo cercando di farlo. Abbiamo anche cambiato 15 articoli del codice della strada, ma servirebbe ancora molto per essere al pari di altre città europee, servirebbe che finalmente il MIMS adegui il Regolamento a questi cambiamenti introducendo i cartelli per le zone scolastiche e le strade ciclabili: deve farlo dall’autunno 2020, i Comuni e i cittadini non possono ancora aspettare. Episodi come quello accaduto a Mohanad e i tanti piccoli incidenti di ogni giorno ci devono spronare a fare di più.
L’altra cosa fondamentale da fare subito è far rispettare le regole. Tutti lo diciamo, ma facciamo fatica a farlo. Il mio impegno è lavorare ogni giorno con Polizia Locale e gli Ausiliari del traffico per essere di più nei quartieri, insegnare e ricordare le regole e sanzionare chi non le rispetta, non per cattiveria o accanimento, ma perché tutti dobbiamo ricordarci che quando non si rispettano le regole possono esserci incidenti. E in genere succede che ad andarci di mezzo e avere la peggio sono i più deboli, che spesso sono i pedoni, e quelli più indifesi come ragazzi e anziani. Già in questi mesi abbiamo lavorato come assessorato sicurezza, Polizia Locale, Ausiliari del traffico di ATM per potenziare la presenza, il controllo, le multe, ma so che dobbiamo fare di più. Dall’autunno avremo i primi nuovi vigili in strada, quelli che stiamo assumendo: dovremo dire loro che la sicurezza stradale, e quindi far rispettare le regole, è una priorità per i vigili e per la città; e fare le multe significa fare più sicurezza stradale. Ma serve anche fornire loro più tecnologia, con strumenti adeguati per fare le sanzioni e comunicarle subito ai cittadini, così che sappiano subito cosa hanno sbagliato, paghino e non lo facciano più. Stiamo mettendo a disposizione degli agenti di Polizia Locale e degli Ausiliari alcuni nuovi strumenti e piattaforme, cose che potranno rendere tutto questo più efficace. Più agenti di Polizia Locale in strada, più collaborazione con gli Ausiliari, più tecnologia, così che i cittadini sappiano che rispettare il codice della strada è un dovere e se si sbaglia si rischia veramente la multa. Abbiamo molta strada da fare, ma vogliamo farla, ora.
E infine, la cosa più importante ma più difficile: cambiare la cultura di tutti noi, per imparare a muoverci e vivere i nostri quartieri con maggiore sicurezza e in maniera più sostenibile. Lo dobbiamo tutti a Mohanad e a tutti i giovani perché dobbiamo consegnare un futuro migliore e vivibile. Fortunatamente abbiamo segnali importanti che grazie al lavoro di tanti cittadini e associazioni, all’impegno delle istituzioni più attente, la cultura e sensibilità sta cambiando. I segni concreti e visibili ci sono: a Milano oggi i cittadini che usano la bicicletta per spostarsi ogni giorno da casa al lavoro sono più del doppio del 2019. Sappiamo che chi percorre corso Buenos Aires oggi per il 25% lo fa in bici, nel 2019 era meno del 10%. E gli incidenti in viale Monza dopo la rivoluzione della ciclabile sono diminuiti di circa un terzo. E poi ancora, sono sempre di più i cittadini che ci chiedono di cambiare piazze e strade con più spazio per incontraci e più spazio per gli alberi, come abbiamo fatto a Dergano, in piazza S.Luigi al Corvetto, o in via Quarenghi davanti alle scuole del Gallaratese.
Per me, queste quattro sono le cose che dobbiamo e possiamo fare per avere tutti più sicurezza stradale e migliore qualità della vita nei quartieri: cambiare strade e piazze, stare più attenti e rispettare le regole, fare rispettare le regole e cambiare la cultura di come vivere strade e piazze dei quartieri. Lo dobbiamo a Mohanad e a tutti quelli che in questi anni hanno avuto un incidente stradale.