Abbiamo dato vita a un modello di sicurezza partecipata e condivisa nel quale il Comune e la Prefettura, i cittadini e le associazioni concorrono a uno stesso obiettivo: una sicurezza che è bene comune, che tutela i diritti inviolabili della persona, rafforza la dignità sociale di ciascuno e la coesione sociale della comunità. Per mettere ognuno in condizione di vivere libero, rimuovendo gli ostacoli che ne limitano la dignità, il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione alla vita sociale politica ed economica, come affermano gli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione. Un obiettivo per il quale occorre costruire una strategia d’azione con tutti coloro che lavorano per la sicurezza dei cittadini: la Prefettura, la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Locale, i Vigili del Fuoco, il sistema del soccorso sanitario, il Tribunale e la Procura della Repubblica. Per questo almeno ogni settimana in Prefettura ho partecipato al Comitato provinciale di ordine e sicurezza pubblica dove insieme si definiscono e coordinano strategie e obiettivi, priorità di intervento, operazioni congiunte e contributi di ciascuno per l’intera città e per i singoli quartieri. Per questo abbiamo promosso periodici incontri interforze in ciascuna delle 9 zone di Milano, dove i presidenti dei Consigli di zona, sindaci dei municipi di domani, hanno dialogato con Forze di Polizia e Polizia Locale. Insieme abbiamo aumentato la videosorveglianza in città passando da 1.200 a 2 mila telecamere (investendo 5 milioni di euro in quattro anni) mettendo a disposizione le immagini a tutte le Forze di Polizia e di Soccorso con un monitoraggio di 24 ore al giorno effettuato nella centrale operativa della Polizia Locale e contemporaneamente in tutte le centrali operative delle Forze di Polizia (scheda). Abbiamo aumentato le auto e le moto della Polizia Locale passando da 862 nel 2011 a 990 nel 2014 mettendo quotidianamente in campo azioni di prevenzione e lotta alla delinquenza, al mancato rispetto delle regole e al degrado, arrestando scippatori e spacciatori (da 25 a 150 arresti all’anno tra il 2010 e il 2014), fermando chi truffa gli anziani o costringe persone disabili o minori a mendicare (20 persone condannate ciascuna a 10 anni), sanzionando chi non rispetta il codice della strada e mette a rischio altri automobilisti, pedoni e ciclisti (-25% gli incidenti con feriti in città tra ottobre 2014 e settembre 2015 e -77% nelle strade con i nuovi autovelox confrontando dati del 2013 e 2015), aumentando gli sgomberi di chi occupa illegalmente aree ed edifici abbandonati (280 sgomberi nel 2014) e case popolari (191 appartamenti in quattro mesi tra il 2014 e il 2015), denunciando chi abbandona rifiuti, deturpa la città o vende merce abusiva togliendo competitività alle imprese e lavoro ai lavoratori onesti (nel 2014 mediamente 20 sequestri al giorno per 22 milioni di oggetti tolti dal mercato – scheda).
Sono consapevole che tutto ciò non basta, anche se i reati a Milano sono diminuiti (da 257.515 del 2011 a 240.256 del 2014 (-6,7%) tra cui: violenze sessuali da 446 a 304, furti da 156.888 a 154.409, rapine da 4.314 a 4.290): dobbiamo fare in modo che ciascun cittadino sia effettivamente e si senta più sicuro, perché anche la corretta percezione dei fenomeni è importante. Per questo abbiamo riorganizzato la centrale operativa, dove arrivano ogni giorno circa 740 chiamate, con una specifica formazione per gli agenti che vi operano indirizzata a migliorare la relazione con il cittadino e la connessione con pattuglie e unità in azione sul territorio. Abbiamo istituito nuove unità specialistiche della Polizia Locale e sostenuto quelle già esistenti. In città operano l’annonaria, l’unità di tutela donne e minori, fortemente potenziata per operare in casi di stalking e violenza di genere, il nucleo tutela trasporto pubblico, la polizia scientifica (che si è rivelata molto efficace nel perseguire le omissioni di soccorso stradale con oltre il 90% di successi), il gruppo antiwriter, costituito da due vicecommissari e otto agenti a tempo pieno, l’unità antiabusivismo, quella di tutela dell’ambiente, quella di tutela del territorio e quella di contrasto al lavoro nero e controllo dei cantieri. Tra le nuove unità: il nucleo antidroga, quello di tutela degli animali (prima esperienza del genere di un Comune italiano – scheda), l’unità reati predatori per il contrasto a scippi (scheda), borseggi e furti nelle metropolitane e nei negozi che ha avuto risultati importanti (oltre 100 arresti nel 2015) facendo rete con i commercianti e operando anche in alcuni assi commerciali di periferia come Lorenteggio e Giambellino e la recente unità di controllo dei mercati scoperti (scheda). 142 agenti e ufficiali operano in Tribunale, svolgendo indagini, coordinati dai Pubblici Ministeri della Procura della Repubblica di Milano, che hanno riguardato violenza di genere, ambiente, tutela degli animali, truffe agli anziani, scippi e furti, sfruttamento delle persone straniere negli appartamenti e nei condomini sovraffollati.
Il nostro modello di sicurezza partecipata è stato condiviso a livello europeo dal Forum Europeo per la Sicurezza Urbana (Efus) che raduna oltre 150 città che condividono problematiche e soluzioni, si scambiano buone pratiche ed elaborano progetti comuni. Il lavoro fatto ha permesso a Milano di entrare nel Comitato esecutivo del Forum e di assumere la vicepresidenza del Fisu, la delegazione italiana di Efus. Inoltre, insieme ai miei colleghi assessori di altre città come Torino, Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Bari e all’associazione del Comuni italiani (Anci) abbiamo elaborato un progetto di legge che declina il modello di sicurezza partecipata attraverso veri e propri “patti ufficiali” tra Sindaco e Prefetto delle grandi città, con strumenti adeguati, come l’allontanamento di chi bivacca o staziona nel degrado con un modello simile al “daspo” degli stadi, l’arresto di chi fa accattonaggio con modalità ripugnanti o vessatorie; l’aumento delle pene per il furto negli appartamenti, lo scippo e la rapina; un maggiore scambio di dati tra le forze di sicurezza: oggi quando la Polizia Locale ferma una persona non può conoscerne subito i precedenti, a differenza di Polizia e Carabinieri. Molto c’è ancora da fare, ma siamo sulla strada giusta, con l’aiuto di molti.