Quando si perde, come è successo al PD e alla sinistra, bisogna avere coraggio di capire e mettere in atto i cambiamenti necessari. Per questo, ieri ho firmato con altri amici come Pizzul, Osculati, Pedroni, Civardi, Cova, Bernardi, ed altri una mozione che chiede di fare le primarie per individuare il candidato per le regionali. Un messaggio chiaro: per scegliere è utile aprire, discutere, far partecipare, ascoltare i territori e le comunità. Quando ho partecipato alla fondazione del PD pensavo ad un partito ampio, dove trovassero casa culture, sensibilità, storie differenti. In politica serve aggregare e fare ogni giorno la fatica di stare insieme, e quando si amministra una città si capisce che non basta l’idea giusta, ma servono anche le proposte che sanno trovare un equilibrio e far sentire a casa e partecipi in tanti.
Se volevo stare in un partito identitario dove la pensavamo tutti allo stesso preciso modo, mi sarebbe bastato il partito popolare, bellissimo, ma poco utile. Quindi un PD largo e inclusivo dove trovano casa e si rispettano e si confrontano culture diverse. E infine i contenuti: oggi abbiamo il dovere di rispondere ai bisogni sociali, subito, concretamente, per i giovani, le famiglie, i quartieri: casa, lavoro, mobilità e socialità. E sapere che tutto questo va fatto nella cura della nostra terra che invece stiamo massacrando. Se non capiamo che oggi è questo quello che serve non riusciamo più a capire e farci capire. E nelle cose concrete, con la fatica di stare insieme e quella di fare le cose concrete e stare in strada.